Tutto ebbe inizio da un parco giochi e da un gruppo di bulli contro un ragazzo rimastone vittima. Questo ultimo si chiamava Elon Musk. Oltre allo stress dei bulli il ragazzo dovette sorbirsi il gravame del genitore maschio tutto teso a vessare la debolezza del giovane rimasto vittima ed ora doppiamente soccombente. Tutto per dire che la sindrome di un genio nasce da uno stress iniziale. Si tratta di una compressione funesta in cui il soggetto se vuole sopravvivere non ha scelta. Deve trovare la via d’uscita dal tunnel della repressione altrimenti è la fine dentro il corso della vita.
Chi ha preso mano al fazzoletto per piangere si consoli prontamente. La storia non è quella di una repressione metropolitana. Consiste nell’inizio della biografia di Elon Musk oggi proposta all’ennesima prova letteraria proposta in libro. A scriverla è l’autore specializzato in biografie di geni. Si chiama Walter Isaacson ed è tutt’altro che un genio. Ma del resto è meglio così. Troppa genialità non renderebbe giustizia della narrazione in cui un soggetto deve farsi da parte per essere a disposizione di un terzo, il lettore, nella finalità di raccontare una fortuna, una meraviglia.
- – Raccontare la storia di un genio potrebbe rimanere al breve trattato di Sigmund Freud su Leonardo Da Vinci dove include quella storia a una nevrosi e un problema di compulsione della sessualità –
Nel coevo Musk non possono essere toccati certi tasti. Ma sempre in tema digitale si dove capire come sia arrivata solo a lui o prima a lui questa idea dell’automobile elettrica. Un tempo si sarebbe ridotto alla figura di un capitalista, anche se con tratti simpatizzanti del ribelle organico. Oggi col patrimonio di 180 miliardi di dollari non ci si permette di fare così gli spiritosi o dare l’alzata di scudi ideologica. Musk oltre alle macchine che vanno con la corrente elettrica ha realizzato razzi ad uso domestico per fare vacanze intelligenti nella stratosfera terrestre, ha realizzato microchip tali da collegare il cervello col computer.
È un uomo che sta avanti e ci pone nuovamente davanti al problema della creazione. Solo che nell’età contemporanea questa tematica non è risolta con l’Eterno. La creazione avviene grazie a un nostro consimile che ci pone nella nostra immane stato di deferenza verso questo incompreso della creazione nella storia dell’umanità.
E non serve motteggiare il Sovrauomo nietzscheano (almeno così come è narrato in forma sillogistica da Emanuele Severino – Se vi fossero creatori come potrei non essere tra loro?- Ma io non sono creatore. – Quindi non esistono creatori).
Qui è il creatore ad essere uomo. Quindi autoevidenzia la sua esistenza. Ed è allora il soggetto senziente a non esistere.
Ed è tutta qui la fascinazione di queste storie.
(Walter Isaacson, Elon Musck, ed. Mondadori)