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Magnifici ribelli

Oggi non possiamo dirci romantici perché il fondamento costituito dall’Io è stato scoperto proprio in età romantica. Specificamente, nella Germania di quei primi decenni dell’Ottocento. Pare proprio essere la tesi dell’autrice che, nella narrazione di storie accadute a un circolo di giovani e meno giovani letterati di quei tempi, in quei luoghi, ravvisa come una grande origine. Il principio e l’essenza delle cose su cui oggi costruiamo la possibilità di ogni rilevazione dal mondo. I capisaldi sono stati inventati lì. Da quei giovani tedeschi desiderosi di una rivoluzione come avvenuto in Francia.

Si riferiscono storie umane, slanci vitali che stavano a significare una partecipazione all’esistente diversa da quella attestante la semplice testimonianza dell’essere in vita.

Significava voler cambiare il mondo. E cambiarlo partendo dal protagonismo di ciascuno. Oggi potremmo dire: fare esplodere la bomba innescata che ciascuno ha dentro di Sé.

In tal senso la nascita dell’Io. In questa direzione si ravvisano grandi momenti di identità tra persone non sempre affini tra loro. Simili nel loro modo di essere dissimili dal mondo e voler attestare la loro differenza. Ma in questo modo scoprivano l’Identità. Non semplicemente la soggettiva presenza dell’io-penso. Bensì proprio quella valanga costituita non dall’indistinto bensì dallo specifico in cui ciascuno sa decifrare le cose semplicemente presenti.

Non c’erano differenze di genere. Forse la donna come propellente rivoluzionario è nato proprio in quei giorni. Si menziona Caroline Böhmer arrestata con la sua piccola Auguste per aver sostenuto le cause della rivoluzione nell’insurrezione a Magonza in cui protagonisti erano i repubblicani francesi.

Dopo di lei, sarebbero usciti dalle case giovani senza distinzione di sesso con la volontà di ribaltare lo stato di cose esistenti. Succede a Jena, città celebrata per Hegel. Ma generazionalmente prima di lui tanti altri. Fichte, Novalis, Dorothea Veit, Schlegel, Humboldt, Schelling. E poi l’immenso Goethe, ammirato e venerato come il nume di tutti. Tutti diversi protagonisti con il bene di caratterizzare lo stato di cose presenti come facente parte di un ordine di idee necessariamente diverso. Non suscettibili a restare nella mestizia delle cose semplicemente finite, il mondo era l’occasione di trovare le modalità di cambiarlo perché senza cambiamento non poteva sussister alcuna forma di essere.

( Andrea Wulf, Magnifici Ribelli, ed. Luiss University Press )

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