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giovedì, Aprile 10, 2025

“E poi uscimmo a rivedere le stelle”

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“Levateje er vino!”

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Intercettazioni? Altro che dubbio etico è un problema di cassa

Anche il tema Giustizia, come la Salute, è suscettibile alla domanda: quanto mi costi? Perché se costa troppo è bene declinare. Questa potrebbe leggersi come l’impostazione data dal ministro della Giustizia Carlo Nordio nella comunicazione alla Camera mercoledì 17 gennaio. Il Ministro deve rispondere innanzitutto alla domanda sulla lotta alla criminalità organizzata: come si fa la guerra alla mafia se non si cerca di conoscerne le intenzioni? E su questo il Ministro dà piena rassicurazione. “Non saranno mai toccate le intercettazioni nelle inchieste su mafia, terrorismo o gravi reati – ha detto Nordio – ma una razionalizzazione della spesa è necessaria”.

E qui tocca il tema nodale riguardante ogni questione oggi affrontata in Parlamento come in Consiglio dei Ministri. Anche per la migliore delle riforme la domanda è: va tutto bene, ma quanto mi costa?

Con un rapporto deficit pil che evidenzia un Paese fortemente indebitato qualsiasi riforma, anche la migliore, deve passare attraverso il setaccio della spesa. Potremmo trovarci a rinunciare a migliorie importanti che vanno al passo della crescita tecnologica chiesta con l’ammodernamento degli standard urbanistici delle società occidentali proprio perché costano troppo. (Esempio Ponte sullo Stretto. Ma la risposta potrebbe essere: quanto costa invece non farlo?)

Quindi come dice Nordio sulle intercettazioni il problema è “razionalizzare la spesa”. Ma la rassicurazione non rassicura. Cosa significa che “non saranno toccate le intercettazioni per mafia, terrorismo e gravi reati”. Molto spesso quando sono comandate non partono per intercettazioni su reati di mafia ma per problemi ordinari riguardanti il codice penale. Poi coinvolgono sospetti di reati a stampo mafioso. Quindi vengono estese a rete. Quindi altre spese! Non se ne esce.

Illustrando il decreto, quindi, evidenzia ogni specifica della messa in atto dell’operazione di controllo intesa come “prestazioni funzionale”. Come se si trattasse di un’attività di servizi pura e semplice. Le intercettazioni avvengono avvalendosi di specifiche tariffe. Il regolamento è entrato in vigore nel 2023.

La necessità ora è quella di adottare un tariffario unico. Come se parlassimo di taxi o di ristorazione. Al di là della nota umoristica si pone il problema dotare in tutti gli uffici giudiziari di un compenso economico unico. Questo evidenzia un altro problema: questi servizi sono appaltati dalle forze dell’ordine. Con pericolo quindi di fuga di notizie.

Ed allora per tagliare la testa al toro se ne vieta la pubblicazione. Non potendo arginare il problema della possibile diffusione delle notizie di reato implicite nelle registrazioni, la Commissione Giustizia del Senato ha approvato l’articolo 2 del ddl Nordio dove si vieta la pubblicazione delle intercettazioni riguardanti terze persone. Basta quindi con la gogna mediatica di persone entrate fortuitamente a contatto con altre persone attenzionate dalla Giustizia. L’esame del provvedimento dovrebbe essere chiuso in giornata e la prossima settimana essere votato. Tutto giusto, ma il problema etico di essere ascoltato e della gogna mediatica non si limita a questo.

IL problema, semmai, è delle persone sbattute in improbabile servizi giornalistici che di conseguenza si fanno risarcire con querele per danni ricevuti. Ed è di nuovo un problema di cassa!

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