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Combattere la degenerazione mentale

Alzheimer a una svolta. È stata trovata la proteina la cui azione produce l’effetto della perdita di memoria. Il biomarcatore dovrebbe essere a un passo. Si dovrebbe arrivare alla diagnosi precoce e alle terapie specifiche per curare la malattia. Tutto questo è stato possibile grazie all’identificazione della proteina con causa della patologia scatenantesi con la perdita di memoria.

Lo studio è italiano ed è stato pubblicato da Embo Reports. L’ha diretto e realizzato l’Istituto Superiore di Sanità e il San Raffaele di Roma.

La dinamica in attivo svelata consiste nel funzionamento delle molecole interessate all’effetto della perdita della memoria. La proteina insiste dentro i neuroni, la sua funzione è quella di riparare i danni al Dna. Si tratta dell’enzima PKcs. Questa proteina opera nelle cellule nervose per riparare il Dna. Fa parte del processo delle sinapsi. (Con sinapsi si intende quel momento di contatto neuronale per cui ci sono le trasmissioni di informazioni).

Il processo si chiama fosforillazione. Consiste in una specifica trasformazione della molecola a partire dalla sua struttura. La fosforillazione della proteina Psd-95 produce i guasti nel corretto funzionalmente cerebrale perché proprio questa specifica proteina produce le sinapsi.

La mancata fosforillazione quindi l’arresto della disfunzione delle sinapsi consente quindi di evitare il degrado della memoria. La scoperta in sé consiste nella scoperta della centralità nella modificazione di Psd-95, conseguentemente del cambiamento della Dna-PKcs. Agendo in questo processo si può ottenere di evitare la degenerazione di questa funzione essenziale per la vita reale.

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