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sabato, Aprile 12, 2025

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Giorgia senza diritti

“Il presidente” del Consiglio italiano lamenta di non avere diritti sindacali ed essere costretta a fare il lavoro che deve fare. Lo ha scritto al presidente della commissione Bilancio Marco Osnato che, ospite della trasmissione radiofonica satirica Un giorno da pecora ha accettato di chiamare Giorgia Meloni chiedendole quali erano le sue condizioni di salute a pochi giorni dall’influenza.

La prima manifestazione della malattia stagionale aveva costretto Giorgia Meloni a rimandare la riunione coi sindacati che però nel frattempo lo sciopero lo avevano comunque indetto (almeno la Cgil e la Uil).

Nella messaggistica a carattere privato, ma con la nota della evidenza trasmessa in trasmissione radiofonica, “il presidente” del Consiglio avrà voluto ribadire la linea. Quindi se n’è dovuta partire per Budapest per il Consiglio europeo per doveri di ufficio.

A metà tra tatticismo necessario, paraculismo e nuda realtà, la nota riporta un elemento di riflessione che dovrebbe valere per l’evoluzione di una vera cultura egualitaria mirata ad affermare veramente i diritti per tutti. Sono per tutti, ma non per chi li afferma e nemmeno per chi li deve far mettere in pratica.

E non vale l’argomentazione per cui chi muove le leve di comando ha una miriade di dimensioni consolatorie nel condure una vita particolarmente stressante. Il potere sicuramente rappresenta il migliore afrodisiaco ed elisir di miglior vita, ma molto questo attiene alla dimensione ideale – quella sognata da chi non pratica questo modello di vita e quella di chi la pratica ma si vive sempre come sospeso tra le difficoltà della vita come se non lo riguardassero perché la sua missione è ben altra (una sorta di elisir di vita elevata dal mondo che però nella fattualità consiste in una finzione).

Chi di pensa allora a tutelare il tutore? Quale sindacato potrà mai soccorrere chi col sindacato tratta per problemi riguardanti gli altri ma non sé stesso? Del resto questo distacco potrebbe apparire necessario per non trovarsi contaminato nella condizione di bisogno nella trattativa. Ad esempio: Se bisogna discutere sugli alimenti da ricevere funziona malissimo se uno dei contendenti ha fame.

In altri termini somiglia ma non è identico alla questione: chi pensa alla salute del medico che provvede alla salute di tutti? IN questo caso però la risposta facile. Consiste in altri medici che nell’identità di categoria provvedono a perseverare la stessa entrando in questa mutua autotutela.

Ma è diversa dal politico che mediamente è in competizione con altri politici. Ed è un problema a cui il sistema di garanzie della nostra società non ha pensato. Ed è una falla. Sicura-mente.

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