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giovedì, Dicembre 5, 2024

Se la tecnica è più creativa della volontà

Bisogna scegliere, fare e farlo in fretta

Il simbolo per il sintomo: quello della lacerazione

IL contenzioso dei Cinque Stelle dice molto sulle prerogative ancora importanti aggiudicate alla dimensione delle icone raffigurative

Predicare al massimo per dieci minuti

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Grillo che guida il carro funebre

La fine della democrazia partecipativa si è celebrata ieri attraverso la messa in scena allestita dal suo stesso ideatore. L’elevato Beppe Grillo che si fa riprendere mentre guida un carro funebre, a significare così che quel cadavere di cui consta oggi il movimento da lui creato deve sempre lui a guidarlo. In mezzo una semplice questione di soldi. IL movimento che non vuole più riconoscergli gli emolumenti per l’uso del simbolo creato dall’ex comico, ora leader in disarmo.

E insieme alla dichiarazione di morte del movimento da lui creato trasmette a tutti il consiglio. “fatevi il vostro partito”.

Nel contratto per l’uso del simbolo Beppe Grillo, nelle vesti di garante, aveva assunto le responsabilità sulla gestione del simbolo in cambio di un assegnino annuale di circa duecenomila euro. La fase del contenzioso vede i pentastellati rinunciare alla manleva per svincolarsi dal contratto privato. E ci va giù duro l’Elevato: “vedere questo simbolo rappresentato da queste persone mi dà disagio. Fatevi un altro simbolo. Il movimento è stra-morto”. Ma suggerisce ipotesi di riciclo: “è compostabile”.

Significa allora che può rivivere? Grillo lo accenna: “l’humus che c’è dentro non è morto”. Insiste sulle nuove elezioni con un’aspettativa che pare del tutto tattica: “Noi siamo quelli che aspettavamo di essere. Ci siamo. Non finisce qui. Andate a votare, sennò andate per funghi. Io non mi offendo, non vi conosco neanche più”.

E anche in questo mancato riconoscimento c’è l’allusione insistita al fatto che gli attuali appartenenti ai gruppi parlamentari abbiano avuto una trasformazione che ne ha modificato le connotazioni iniziali.

La domanda allora è su chi sia effettivamente il mortum. Forse lo stesso Grillo. Colui che arringava le folle e parlava di una rivoluzione pacifica che lui stesso silenziò dando il placet a più miti consigli: il governo con la Lega per sostanziare il successo ottenuto, il governo col PD per tenerlo in piedi, il governo con Draghi presidente per gestire la crisi. L’effetto morte oppure è toccato direttamente allo spirito del movimento una volta entrato in condivisione con questa ordalia di realismo. Data la spinta fortemente anti palazzo e antisistema non poteva che succedere questo essendo inaspettatamente rientrato nei parametri ufficiali assai prima di ogni aspettativa.

Grillo formalmente ha ragione. Essendo proprietario di un marchio dato in concessione in cambio di soldi si riprende il marchio sei i concessionari non lo soddisfano, tanto più se non lo pagano. Ma anche qui fuoriesce un altro mortum. Consiste in quel movimentismo dinamico che guarda alla democrazia diretta, senza leader e senza direzioni. Il popolo solo deve prendere le decisioni che spettano alla sua pertinenza.

Ora è il suo fondatore e i suoi seguaci contestati per insubordinazione a scombinare questo stesso terreno di confronto al quale il resto della società avrebbe dovuto conformarsi. Ed insieme all’utopia viene a morire anche lo spirito di chi vuole avere il diritto di pensare a un diverso modo di occupare lo spazio pubblico.

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