Scricchiola l’alzata di scudi nei confronti della Russia e più nello specifico del suo gas. Il Rapporto Ember riporta che l’importazione è ripresa con aumento del diciotto per cento. E la responsabilità di questa cessione dalla lotta dura e pura sarebbe proprio da parte dell’Italia.
Pare, sempre secondo il Rapporto Ember, che le importazioni italiane siano parzialmente riprese con incremento di quattro miliardi. Nel complesso, sempre le importazioni di gas, sono arrivate a quarantacinque miliardi, dai precedenti trentotto miliardi in metri cubi.
Solo per dare il quadro di una situazione antecedente alle ostilità, il gas dell’Unione Europea prima della guerra per quasi il 40% era importato dalla Russia. Oggi siamo al quattordici per cento.
Ed è tutto comprensibile, data le evidenze della politica estera. Non si capisce bene invece come e in quale modalità possa giustificarsi il dato nuovo, visto che non sono state prese nuove posizioni e che la distensione auspicata non abbia compiuto un atto di inizio.
Sicuramente il dato attuale dell’Unione Europea è in disaccordo con l’obiettivo dichiarato da Bruxelles. Si parlava infatti di rendersi totalmente autonomi dal gas russo entro il 2027.
Va anche rilevato il fatto che c’è contraddizione tra ka domanda totale di gas dell’Unione Europea – rimasta invariata nel 2024 – e le effettive importazioni di gas russo. Come l’Italia (più quattro miliardi di metri cubi), la Repubblica Ceca (più due miliardi di metri cubi) e Francia (più un miliardo e settecento milioni di metri cubi).
Così va il mondo. In modi oscuri si mostrano delle aperture davanti ai muri poco rispettosi dei bisogni reali.