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Vietato Bella Ciao … “vietatovietare!”

La direttiva di celebrare in modo sobrio la ricorrenza della Liberazione si traduce con la sostanziale repressione di una canzone. Sarebbe vietato cantare o suonare Bella Ciao a Romano di Lombardia, nel Bergamasco. Il lutto nazionale per la morte del Papa, così come proclamato dalla massima autorità deliberativa statuale, si protrae con molti fraintendimenti inevitabili nella pratica applicazione.

Quindi a Romano di Lombardia sarebbe impossibile cantare Bella Ciao durante la manifestazione del 25 aprile. Se il divieto avesse senso si potrebbe supporre l’impossibilità di cantarlo al di là di detta ricorrenza. E questo nella legge speciale autoimposta per questo comune in provincia di Bergamo.

I condizionali sono più che d’obbligo. A pubblicare la notizia è il Corriere della Sera. L’Ansa la ripresa. Quindi il rilievo nazionale è assoluto.

A deliberare è il Consiglio comunale dove si dà indicazione specifica di non effettuare brani musicali, inni e canti ad eccezione del Silenzio e dell’Attenti’ nelle prime tappe della sfilata. Inevitabile e puntuale la risposta dell’Anpi. Però si limitano a sottolineare il fatto che “si potrà impedire alla banda di suonare Bella ciao ma non ai cittadini di cantarla”.

Replica l’Amministrazione tramite Patelli, spiegando che il divieto di accompagnamento musicale, “come dalla nota inviata alle associazioni, è solo per le prime quattro tappe del corteo, mentre il programma rimarrà invariato per la tappa al monumento ai Caduti e la conclusione in piazza Roma”.

L’argomento sarà ritualmente toccato nel dibattito costante sull’attualità di questa ricorrenza e sulla necessità di sottolinearne il peso specifico per i nostri tempi. Ma più accortamente deve far riflettere sulla proiezione di gioia che dà al concetto di liberazione. Un motivo, Bella Ciao, che evidentemente esprime sentimento di gioia sociale, la cui menzione contraddirebbe il senso del lutto invece proclamato dal governo della repubblica.

L’aspetto, se confermato e condiviso, potrebbe aggiungere un elemento in più all’eterno ritorno di una festività invece ancora non pienamente condivisa. Se trattasi veramente di festa sociale, come celebrato nella sua canzone più caratterizzante, perché non aderire semplicemente alla condivisione e invece differenziarsi senza nemmeno dichiararlo. Chiaro è che questa festa ha una miriade di non detti nonostante se ne parli anche troppo. E la si strumentalizza in antagonismo all’attualità più stringente.

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