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lunedì, Aprile 7, 2025

Così vicine così lontane

Le due piazze convocatesi in reazione al riarmo espongono bene il differenziale presente a sinistra

Jacobs torna ad allenarsi

Lo sport azzurro forse ritrova un protagonista (dove il forse è sempre determinato dalla prudenza)

C’è da ricostruire un mondo

Aggiornamento su questo passaggio epocale

Lectio Magistralis della Cortellesi

L’analisi del fiabesco ha impegnato diversi grandi intellettuali. Paola Cortellesi nel suo discorso alla Luiss del 12 gennaio non poteva essere da meno.

Da una parte è facile rovesciare il modulo di uno schema fortemente introiettato perché è sufficiente rivedere una sola componente e il meccanismo si ribalta. La regista vuole spingere alle conclusioni in cui, alla Bill Gates, predica a ciascuno di pensare con la propria testa cercando di determinare il proprio futuro e non farsi determinare dagli eventi o dalle aspettative. Un po’ “siate matti”. Ma più moderata.

Nel rilevare per l’ennesima volta nelle letture caricaturali il maschilismo di questi racconti però evita di dire che in fondo è il boscaiolo a salvare la sventurata dall’ordine impartito dalla regina – la più bella del reame – a salvare la vita. Sempre uomini, i nani, ad accoglierla in casa, anche se non si capisce bene se le misure di compensazione di limitassero allo svolgere le faccende di casa. In entrambe i casi sono i due principi a salvarle. In fondo, sono loro a modificare il corso degli eventi consentendo a Cenerentola e Biancaneve di modificare il percorso della loro esistenza altrimenti grama. E qui – si dirà – ancora il maschilismo.

Ma anche la trattazione del rapporto con altre donne rende un quadro decisamente avverso all’elevazione della figura femminile.

Cortellesi però non capisce, ed è grave, la circostanza della verifica del piccolo piede nella scarpa perduta da Cenerentola. Giustamente al principe non è sufficiente guardare il volto della ragazza perché il contesto di appartenenza ad offrire il senso di bellezza. Non la bellezza pura e semplice.

Mancando quel contesto e non potendolo meccanicamente produrlo per ogni ragazza propostasi alla selezione, il principe deve convalidare una prova fisica. Deve vedere se funziona l’incastro. E funziona!

Ci insegna quindi a non idealizzare dimensioni e contenuti, come invece persevera Cortellesi nel consiglio finale. Piuttosto ad analizzare se funzionano gli inserimenti fisici di un corpo in un altro. E non si tratta di materialismo. Senza le scarpe giuste non si va avanti.

Ed è probabilmente questo che dovevano sentirsi dire le ragazze e i ragazzi della Luiss.

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